Sicuramente la tipologia di dentifricio che utilizziamo supporta una buona igiene dentale anche se non è sufficiente senza l’utilizzo degli accessori adatti quali spazzolino, filo interdentale ecc.
La prima cosa da fare quando decidiamo di acquistare un dentifricio è analizzare bene gli ingredienti contenuti in modo da evitare quelli che potrebbero essere nocivi per la salute. Per questo è una buona abitudine leggere attentamente l’INCI riportato nell’etichetta cioè la Nomenclatura internazionale degli ingredienti in modo da scegliere un prodotto sicuro oltre che adeguato alle nostre esigenze.
Quali sostanze contiene normalmente un dentifricio?
Solitamente, in quantità più o meno variabile, i dentifrici contengono:
· Acqua
· Sali derivati normalmente dal calcio che servono a svolgere una funzione abrasiva, pulente e lucidante
· Cellulose che danno consistenza al prodotto
· Fluoro
· Glicerina o prodotti analoghi che servono a rendere umida la sostanza e ad impedirne l’indurimento una volta a contatto con l’aria
· Sostanze leganti ed addensanti
· Sostanze dolcificanti acariogene (ad esempio lo xilitolo)
· Sostanze schiumogene e detergenti
· Conservanti, in larga parte parabeni
· Coloranti
· Vaselina o altre sostanze lubrificanti
· Aromi (mentolo, menta piperita, cannella ecc..)
Quali sono le sostanze potenzialmente dannose contenute nel dentifricio?
I conservanti maggiormente utilizzati nei dentifrici sono i parabeni. La percentuale presente in un tubetto è piuttosto bassa (0,8% -1%), ma i parabeni sono altrettanto diffusi in molti cosmetici, aumentando l’esposizione di chi li utilizza.
Un ingrediente da evitare è il Triclosan un antibatterico che può provocare resistenza antibiotica.
I coloranti (contrassegnati dalla sigla CI) che donano il tipico colore verde, blu o turchese intenso il più delle volte l’origine di questi coloranti è sintetica e sono privi di proprietà igienizzanti in quanto non potenziano l’efficacia del prodotto, ma ne migliorano l’aspetto e ne aumentano l’attrattiva allo sguardo del consumatore.
Infine, per rendere il sapore più gradevole spesso al dentifricio vengono aggiunti dolcificanti artificiali come la saccarina: sempre meglio acquistarne uno che non la contenga.
È importante la consistenza del dentifricio?
In generale non vi è differenza tra dentifricio in gel o in pasta mentre i dentifrici solidi o in polvere, proprio per via della loro consistenza particolarmente “asciutta” possono essere maggiormente abrasivi sulla superficie dentale e gengivale.
Quali sono le principali tipologie di dentifricio?
Una prima classificazione si può realizzare in base all’azione che svolge il dentifricio:
1. Dentifricio contenente fluoro: è il minerale che grazie alla sua azione mineralizzante previene la formazione della carie e aiuta rinforzare lo smalto.
2. Dentifricio a base di idrossiapatite: la nano-idrossiapatite è un materiale rivoluzionario con notevoli effetti rimineralizzanti sulle lesioni iniziali dello smalto, sicuramente superiori ai tradizionali fluoruri finora utilizzati a tale scopo. La nano-idrossiapatite è, infatti, una migliore fonte di calcio libero, e questo è un elemento chiave per quanto riguarda la demineralizzazione, la protezione contro la carie e l’erosione dentale. L’idrossiapatite quindi, può essere una valida alternativa al fluoro.
3. Dentifricio a base di fluorapatite: è molto meno solubile dell’idrossiapatite, pertanto, è una sostanza molto più resistente alla demineralizzazione e all’attacco degli acidi e della placca batterica rispetto alla idrossiapatite.
4. Dentifricio antiplacca e/o antitartaro: agisce grazie a sostanze attive come il pirofosfato, l’esametafosfato di sodio, lo zinco citrato, il fluoro attivo a cui vengono aggiunti degli enzimi che ostacolano la proliferazione batterica nel cavo orale.
5. Dentifricio sbiancante: è composto da agenti pulenti come silice, allumina e fosfato di sodio che aiutano nell’azione sbiancante tramite una leggera abrasione sulla superficie dello smalto e aiutano a rimuovere le macchie dentali. In questo tipo di dentifricio è utile verificare l’indice di abrasività che deve essere compreso tra 48 e 60 ed essere indicato sulla confezione.
6. Dentifricio per denti sensibili: contiene soprattutto sali di fluoro e idrossiapatite oltre a sostanze quali i nitrati di potassio, lo zinco citrato il cloruro di stronzio che rimineralizzano lo smalto e rendono i denti meno sensibili agli sbalzi di temperatura, all’aggressione degli zuccheri e degli acidi.
Perché alcuni dentifrici vengono definiti Whitening?
Sono i dentifrici che hanno lo scopo di rimuovere le macchie presenti sulla superficie dello smalto in particolare le macchie di caffè, di tea, di tabacco o liquerizia. Sono prodotti che non sbiancano ma smacchiano pertanto hanno un alto indice di aggressività e devono essere utilizzati con moderazione chiedendo consiglio al medico o all’igienista dentale.
Qual è il contenuto ottimale di fluoro che deve essere presente nel dentifricio?
Nell’adulto a rischio di carie medio-basso è sufficiente l’uso di dentifrici a concentrazione standard di fluoro (almeno 1000 ppm) due volte al giorno, mentre nei soggetti cariorecettivi possono essere usati dentifrici ad alto contenuto di fluoro (con circa 1.500 ppm), collutori al fluoro o vernici al fluoro applicate periodicamente dal dentista.
Per massimizzare l’effetto benefico del fluoro contenuto nel dentifricio, è consigliabile non risciacquare o ridurre al minimo il risciacquo dopo lo spazzolamento.
Che differenza c’è tra i dentifrici per adulti e per bambini?
La principale caratteristica che differenzia i prodotti per i bambini da quelli per gli adulti è la concentrazione di fluoro che in base alle diverse fasce di età durante lo sviluppo deve essere presente in misura variata.
Generalmente i dentifrici per i bambini contengono degli aromi più gradevoli per esempio alla frutta, rispetto alla menta che può dare una sensazione di bruciore o di pizzicore ma non contengono zuccheri.
Il fluoro è un minerale in grado di rinforzare la struttura dei denti e ridurre il rischio di sviluppare delle carie.
Cosa suggeriscono le linee guida del Ministero della Salute sull’utilizzo dei dentifrici al fluoro nei bambini?
Le linee guida del Ministero della Salute (2013) che si occupano della fluoroprofilassi per prevenire la formazione di carie suggeriscono che:
dai 6 mesi ai 6 anni di età, la fluoroprofilassi venga effettuata attraverso l’uso di un dentifricio con almeno 1000 ppm di fluoro per 2 volte al giorno, in dose “pea-size” (della dimensione di un pisello).
Dopo i 6 anni la fluoroprofilassi dovrà essere effettuata attraverso l’uso di un dentifricio con almeno 1000 ppm di fluoro per 2 volte al giorno.
Cosa suggeriscono le linee guida del Ministero della Salute sui benefici della masticazione del chewing-gum come coadiuvante dell’igiene orale?
Le indicazioni nazionali indicano che esistono degli effetti benefici sulla salute orale dovuti alla masticazione di chewing-gum (Harris et al., 2012) perché permette la rimozione dei residui di cibo e della placca dalle superfici dentali, la stimolazione del flusso salivare e l’incremento del pH della saliva e della placca.
La masticazione del chewing-gum stimola il flusso salivare. La stimolazione salivare ottenuta utilizzando un chewing-gum dopo un pasto aumenta, inoltre, la concentrazione di ioni bicarbonato, causando un’elevazione del pH della placca batterica e migliorando la capacità tampone complessiva.
La saliva stimolata si presenta in uno stato di sovra-saturazione minerale, promuovendo, quindi, il processo di remineralizzazione: i chewing-gum contenenti xilitolo possono essere considerati dei functional foods (“cibi/alimenti funzionali”), ovvero alimenti che, grazie ad alcuni principi in essi contenuti, presentano proprietà benefiche per la salute umana (Harris et al., 2012).
Altri functional foods che hanno dimostrato recentemente un’efficacia preventiva nei confronti della patologia cariosa sono quelli che contengono, ad esempio, la stevia rebaudiana (zucchero ad alta intensità), l’estratto di corteccia di magnolia e alcuni ceppi di probiotici.
Esiste il dentifricio naturale?
Un dentifricio naturale non è un prodotto senza chimica. Qualsiasi tipo di composto, infatti, anche se ricavato da sostanze naturali, è rielaborato chimicamente. La cosa importante è leggere sempre la lista degli ingredienti che compongono il dentifricio che andiamo a scegliere e che deve essere presente per legge su ogni confezione.
Quale dentifricio usare in gravidanza?
Durante la gestazione avvengono nel corpo femminile cambiamenti ormonali molto importanti che possono in alcuni casi provocare delle infiammazioni gengivali.
Il dentifricio da utilizzare per rafforzare lo smalto dentale è quello che contiene fluoruro, associato ad uno spazzolino di durezza media con setole sottili.
In questa fase va evitato l’uso di dentifrici sbancanti o con microgranuli che possono rivelarsi troppo aggressivi.
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